bozza... (RIPRODUZIONE VIETATA)
Foto scattata nella "Domus del Chirurgo"
LA "DOMUS DEL CHIRURGO"
Tra le macerie trovate nella "Domus del chirurgo", degno di nota è questo bellissimo quadro in pasta vitrea di origine orientale, che richiama nella sua decorazione un fondale marino con tre pesci. Da anni questo quadro è rappresentativo del logo del "Festival del Mondo Antico" , evento che ogni anno il Comune di Rimini promuove e nel corso del quale sono moltissime le iniziative proposte su temi inerenti il mondo antico. Da quest'anno, la direzione ha scelto di mantenere lo stesso logo, ma di sostituirne la foto con un disegno originale ad acquerello commissionato al disegnatore Sergio Tisselli.
Sopra è possibile vedere i due passaggi del disegno, dallo schizzo al lavoro compiuto.
LA "DOMUS DEL CHIRURGO"
La "Domus del chirurgo" è un complesso archeologico che non ha eguali in Italia . Per ricchezza architettonica, figurativa e di reperti archeologici trovati ,rappresenta un patrimonio storico e culturale di grandissimo valore. Il restauro, ancora oggi non è completato ma l’area è finalmente aperta al pubblico. La scoperta del sito risale al 1989 anno in cui, a seguito di una lunga serie di lavori che avevano l’obiettivo di riqualificare una delle piazze più importanti di Rimini, Piazza Ferrari, vennero alla luce reperti la cui importanza fu subito evidente. Si trattava dei resti di quella che venne successivamente definita appunto la ‘Domus del Chirurgo’, risalente al II° Secolo d.C. Dai lavori successivi emersero preziosissimi mosaici e affreschi, e il famoso ‘corredo del chirurgo’, una serie di strumenti di epoca romana che testimoniavano la professione svolta da chi abitava quella casa. Un patrimonio di attrezzature chirurgiche unico nel suo genere che ad oggi rappresenta un ‘unicum’ di inestimabile valore storico e culturale. A cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Bologna, con la preziosa collaborazione con i Musei Comunali di Rimini, a partire dal 1989 vennero condotte molte campagne di scavo proseguite fino al 1997. Da queste emerse un’altra grande sorpresa, la scoperta di una ‘domus palaziale’ risalente al V° e VI° secolo d.C. di epoca tardo imperiale, caratterizzata da meravigliosi mosaici, oltre ad una serie di importantissimi resti di strutture di epoca alto medievale.
Il contesto storico
La fondazione di Rimini è fatta risalire all’anno 268 a.C. In questo periodo i Romani avevano stanziato nella zona una colonia, collocata tra il fiume Marecchia e il torrente Ausa subito a ridosso della spiaggia che un tempo era arretrata di circa un chilometro rispetto a quella odierna. Ariminum, così si chiamava la colonia, conobbe un periodo di fiorente sviluppo fino all’epoca tardo imperiale grazie alla sua posizione strategica che ne faceva un importante porto e punto di contatto e di scambio tra il Nord e il Sud. La Domus del Chirurgo e il suo eccezionale corredo di attrezzi da lavoro, di affreschi e di decorazioni, risale a questo periodo storico.
La domus del Chirurgo
I resti della Domus del Chirurgo riemersi, risalgono dunque al II° secolo d.C. e mostrano quella che era una abitazione su due piani così suddivisa: un ingresso che dava sul ‘cardine’, la strada, un corridoio con disimpegno, una zona interna alla casa adibita a giardino, e una serie di camere residenziali decorate con pavimenti musivi, tra i quali spicca il bellissimo mosaico dedicato ad Orfeo, e affreschi policromi. Verso la metà del III° secolo la casa venne distrutta da un incendio probabilmente provocato dalle invasioni germaniche e dai disordini di quel periodo. A seguito di questi eventi vennero erette nuove mura, proprio a ridosso della Domus. Tra i ritrovamenti risalenti a questa epoca spiccano su tutti ,i pregevoli arredi e le suppellettili in parte conservate e un’incredibile attrezzatura chirurgica che testimonia il fatto che la casa fosse abitata da un chirurgo che occupava una posizione di prestigio nella città.
I preziosi reperti della domus
Tra le macerie sono stati ritrovati molti affreschi policromi appartenenti a sezioni di soffitto e di pareti, caratterizzati da motivi di animali o floreali.Tra le suppellettili degno di nota è il bellissimo quadretto in pasta vitrea di origine orientale che richiama nella sua decorazione un fondale marino con tre pesci.Sempre tra i resti rinvenuti nella Domus troviamo anche, fra le altre cose la straordinaria attrezzatura chirurgica composta da oltre 150 pezzi. Un patrimonio unico nel suo genere e dall’inestimabile valore storico.
Il Chirurgo
Dai ritrovamenti emerge che la persona che abitava la casa era un famoso chirurgo dalla grande esperienza e dall’indiscusso prestigio. Molto probabilmente di origine Greca e arrivato a Rimini dopo una formazione presso i campi medici militari che si trovavano vicino agli accampamenti romani posti ai confini dell’impero. L’area venne completamente abbandonata a seguito della distruzione della casa risalente alle fine del III° Secolo d.C. in concomitanza con la costruzione delle nuove mura della città.Quando la sede dell’Impero venne trasferita a Ravenna, nel 400, molte delle più importanti città romagnole conobbero un periodo di rinnovato splendore. Ed è proprio a questa epoca che risalgono i resti che si trovano oggi nella zona meridionale dello scavo. Questi sono attribuibili ad una casa ‘palaziale’, scoperta solo in parte, composta da un bel cortile decorato con fontana e da un’ampia serie di ambienti, spesso dotati di riscaldamento e decorati con mosaici policromi, a testimonianza dell’alto rango sociale della persona che vi abitava.
Le strutture altomedievali
All’epoca degli scontri sanguinosi tra Bizantini e Goti, e quindi intorno al VI° Secolo, il palazzo tardo antico venne distrutto. Successivamente l’area ospitò un cimitero, con molta probabilità connesso ad un edificio religioso limitrofo. Questo piccolo sepolcro venne utilizzato per tutto il VII° secolo per poi essere successivamente ricoperto da nuove abitazioni in epoca alto medievale. Di questo periodo sono i resti di una casa costruita con materiale deperibile, come legno, argilla e terra ancora in parte visibili nella zona sudoccidentale dello scavo. Successivamente l’area non venne più costruita fino al tardo medioevo.Si tratta dunque di uno spaccato di storia millenaria della città racchiuso in un’area archeologica dall’inestimabile valore culturale e storico.
All’epoca dei primi ritrovamenti casuali, risalenti al 1989, nessuno poteva immaginarsi la ricchezza e l’evoluzione di questa area. Di grande importanza la scelta supportata dal Comune di ricostruire all’interno del Museo della Città la ‘taberna medica’ nella quale il Chirurgo operava, così come anche strategica e non di semplice esecuzione la scelta di rendere lo scavo in Piazza Ferrari visibile anche dall’esterno grazie alla realizzazione di una avveniristica struttura in vetro e acciaio, che consentisse sia la conservazione sicura dell’importante patrimonio archeologico e storico, ma anche la possibilità che questo venisse ammirato dal pubblico.
Il contesto storico
La fondazione di Rimini è fatta risalire all’anno 268 a.C. In questo periodo i Romani avevano stanziato nella zona una colonia, collocata tra il fiume Marecchia e il torrente Ausa subito a ridosso della spiaggia che un tempo era arretrata di circa un chilometro rispetto a quella odierna. Ariminum, così si chiamava la colonia, conobbe un periodo di fiorente sviluppo fino all’epoca tardo imperiale grazie alla sua posizione strategica che ne faceva un importante porto e punto di contatto e di scambio tra il Nord e il Sud. La Domus del Chirurgo e il suo eccezionale corredo di attrezzi da lavoro, di affreschi e di decorazioni, risale a questo periodo storico.
La domus del Chirurgo
I resti della Domus del Chirurgo riemersi, risalgono dunque al II° secolo d.C. e mostrano quella che era una abitazione su due piani così suddivisa: un ingresso che dava sul ‘cardine’, la strada, un corridoio con disimpegno, una zona interna alla casa adibita a giardino, e una serie di camere residenziali decorate con pavimenti musivi, tra i quali spicca il bellissimo mosaico dedicato ad Orfeo, e affreschi policromi. Verso la metà del III° secolo la casa venne distrutta da un incendio probabilmente provocato dalle invasioni germaniche e dai disordini di quel periodo. A seguito di questi eventi vennero erette nuove mura, proprio a ridosso della Domus. Tra i ritrovamenti risalenti a questa epoca spiccano su tutti ,i pregevoli arredi e le suppellettili in parte conservate e un’incredibile attrezzatura chirurgica che testimonia il fatto che la casa fosse abitata da un chirurgo che occupava una posizione di prestigio nella città.
I preziosi reperti della domus
Tra le macerie sono stati ritrovati molti affreschi policromi appartenenti a sezioni di soffitto e di pareti, caratterizzati da motivi di animali o floreali.Tra le suppellettili degno di nota è il bellissimo quadretto in pasta vitrea di origine orientale che richiama nella sua decorazione un fondale marino con tre pesci.Sempre tra i resti rinvenuti nella Domus troviamo anche, fra le altre cose la straordinaria attrezzatura chirurgica composta da oltre 150 pezzi. Un patrimonio unico nel suo genere e dall’inestimabile valore storico.
Il Chirurgo
Dai ritrovamenti emerge che la persona che abitava la casa era un famoso chirurgo dalla grande esperienza e dall’indiscusso prestigio. Molto probabilmente di origine Greca e arrivato a Rimini dopo una formazione presso i campi medici militari che si trovavano vicino agli accampamenti romani posti ai confini dell’impero. L’area venne completamente abbandonata a seguito della distruzione della casa risalente alle fine del III° Secolo d.C. in concomitanza con la costruzione delle nuove mura della città.Quando la sede dell’Impero venne trasferita a Ravenna, nel 400, molte delle più importanti città romagnole conobbero un periodo di rinnovato splendore. Ed è proprio a questa epoca che risalgono i resti che si trovano oggi nella zona meridionale dello scavo. Questi sono attribuibili ad una casa ‘palaziale’, scoperta solo in parte, composta da un bel cortile decorato con fontana e da un’ampia serie di ambienti, spesso dotati di riscaldamento e decorati con mosaici policromi, a testimonianza dell’alto rango sociale della persona che vi abitava.
Le strutture altomedievali
All’epoca degli scontri sanguinosi tra Bizantini e Goti, e quindi intorno al VI° Secolo, il palazzo tardo antico venne distrutto. Successivamente l’area ospitò un cimitero, con molta probabilità connesso ad un edificio religioso limitrofo. Questo piccolo sepolcro venne utilizzato per tutto il VII° secolo per poi essere successivamente ricoperto da nuove abitazioni in epoca alto medievale. Di questo periodo sono i resti di una casa costruita con materiale deperibile, come legno, argilla e terra ancora in parte visibili nella zona sudoccidentale dello scavo. Successivamente l’area non venne più costruita fino al tardo medioevo.Si tratta dunque di uno spaccato di storia millenaria della città racchiuso in un’area archeologica dall’inestimabile valore culturale e storico.
All’epoca dei primi ritrovamenti casuali, risalenti al 1989, nessuno poteva immaginarsi la ricchezza e l’evoluzione di questa area. Di grande importanza la scelta supportata dal Comune di ricostruire all’interno del Museo della Città la ‘taberna medica’ nella quale il Chirurgo operava, così come anche strategica e non di semplice esecuzione la scelta di rendere lo scavo in Piazza Ferrari visibile anche dall’esterno grazie alla realizzazione di una avveniristica struttura in vetro e acciaio, che consentisse sia la conservazione sicura dell’importante patrimonio archeologico e storico, ma anche la possibilità che questo venisse ammirato dal pubblico.
Nessun commento:
Posta un commento